Lettere a Letizia edizione speciale 2018
“Lettere a Letizia” è un Concorso letterario ideato e
promosso dall’Associazione Onde donneinmovimento di Caltanissetta che ha già
avuto quattro edizioni
“Lettere a Letizia” torna con una edizione speciale
dedicata alle alunne e agli alunni delle scuole di Caltanissetta.
Perché una edizione speciale e perché ora.
L’Amministrazione comunale di Caltanissetta, dopo avere
intitolato a Letizia Colajanni, su richiesta dell’ Associazione Onde
donneinmovimento e dell’ Associazione Toponomastica femminile, la “Casa delle
Culture e del Volontariato”, ha accolto la richiesta di intitolarle anche una
strada e Onde donneinmovimento, con il patrocinio del Comune di Caltanissetta,
per dare sostanza e contenuto all’intitolazione, ha indetto questa edizione
speciale del Concorso.
IL CONCORSO
La storia, la memoria, il futuro.
Noi vi raccontiamo la storia di una donna, Letizia Colajanni, nata e vissuta a
Caltanissetta, della quale vogliamo conservare la memoria perché se ne faccia tesoro per il futuro.
Chi, cosa, come,
quando.
Il Concorso ha due Sezioni:
Prima sezione per la scuola secondaria di primo grado
Seconda sezione per la scuola secondaria di secondo grado.
Possono partecipare tutte le scuole di Caltanissetta e possono
partecipare alunne e alunni di tutte le scuole di Caltanissetta con elaborati
individuali o di gruppo.
Per partecipare al Concorso si deve scrivere una lettera
a Letizia. Scrivere a Letizia è un'occasione per dire ciò che si vuole ma,
perché la lettera arrivi a destinazione, occorre sforzarsi di scrivere pensando
al contenuto e alla forma; scrivere senza fretta, ascoltando i propri
sentimenti e pensando a chi sono destinate le nostre parole. Quelli che
scrivono e quelli che leggono comunicano tra di loro, dicono e ascoltano
vicendevolmente. Scrivere a Letizia sarà un modo per ricucire passato e futuro,
storia e memoria.
Letizia ha fatto molte cose nella sua lunga vita,
possiamo dire che è stata molte donne insieme, perciò si può scrivere alla
Letizia che si sceglie e che si pensa possa meglio comprendere ciò che vogliamo
dire o chiedere.
Si può scrivere
Alla bambina che non è andata a scuola e alla quale la
scuola è mancata.
Alla ragazza che è diventata crocerossina perché voleva
prendersi cura delle persone.
Alla giovane donna che ha conosciuto l’orrore e il dolore
della guerra, scrittrice di tantissime lettere per i soldati feriti, che ha
dedicato molte sue energie alla pace del mondo meritando l’appellativo di
Signorina della pace.
Alla cattolica che è stata scomunicata per la sua scelta
politica e ne ha sofferto per tutta la
vita.
Alla donna che si è fatta carico dei problemi del mondo,
che ha avuto rispetto per tutte le culture, che ha dato valore alle differenze
e non ha mai considerato “nemico” lo “straniero”.
Alla donna che ha messo al centro della sua vita l’azione
politica per ricostruire il Paese e costruire la democrazia, sempre dalla parte
della dignità e dei diritti delle persone.
Alla donna dalla parte delle donne, di tutte le donne,
mogli dei minatori, contadine che occupavano le terre, maestre considerate meno
importanti e capaci dei maestri, madri che dovendo lavorare non avevano a chi
lasciare i figli e le figlie, donne che pur essendo capaci come gli uomini non
avevano le loro stesse opportunità e promozioni, donne che pur avendo cose da
dire erano costrette al silenzio.
Alla donna che ha fatto politica con tante altre donne
perché le vittorie e i traguardi debbono essere di tutte pena la solitudine e
la perdita di quanto ottenuto.
Alla donna che in età avanzata non si è arresa alle
ingiurie del tempo, continuando a studiare e imparare, maestra saggia e nobile
di tante generazioni di donne e uomini di Caltanissetta.
Alla donna che non aveva paura e che sempre, anche
vecchia e sola, ha vissuto in una casa isolata, senza allarmi, senza inferriate
alle finestre, senza porta blindata.
Ciascun alunno/a o gruppo può partecipare con una sola lettera. La lunghezza della lettera non deve superare le due pagine (3.600 battute circa).
Nel caso in cui a partecipare sia una Scuola, sarà cura
della Scuola stessa espletare le formalità necessarie alla selezione delle
opere da fare partecipare al Concorso e le invierà in un’unica soluzione in
duplice copia, una contenente le lettere anonime e una con le lettere recanti il
nome, il cognome, la classe frequentata e la liberatoria firmata da
genitore/trice o tutore/trice per i/le minori.
Nel caso in cui partecipino singolarmente alunne/alunni,
le lettere devono essere inviate in duplice copia di cui una anonima e una
contenente nome e cognome, Istituto e classe frequentata con allegata la liberatoria
firmata da genitore/trice o tutore/trice per i/le minori.
Le lettere pervenute saranno valutate da una Giuria che
sarà resa nota dopo la scadenza del concorso.
Per ciascuna sezione saranno premiate tre lettere in
ordine di merito; i vincitori e le vincitrici riceveranno una targa; alle/ai
partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Alle scuole partecipanti sarà rilasciato un attestato di
merito.
Le Lettere devono essere inviate, entro il 15 dicembre
2018 esclusivamente per via telematica, a: onde.concorsoletterealetizia@gmail.com
in formato Word doc;
Tutte le lettere pervenute saranno donate al costituendo
Archivio Colajanni della Biblioteca comunale "Luciano Scarabelli" di
Caltanissetta e pertanto non saranno restituite.
Per scrivere a Letizia bisogna conoscerla almeno un po’,
perciò Letizia sarà “raccontata”.
A scuola lo faranno le insegnanti e gli insegnanti (a cui
saranno messi a disposizione i documenti di cui disponiamo) e le volontarie
dell’Associazione Onde donneinmovimento;
per alunne e alunni che volessero partecipare
singolarmente, si terranno appositi incontri a cura dell’Associazione Onde
donneinmovimento presso la Biblioteca “L. Scarabelli”
ALLEGATI AL BANDO
Dichiarazione liberatoria per la
partecipazione al
Concorso letterario “Lettere a
Letizia”
Edizione speciale 2018
Io sottoscritta/o
_____________________________________________________ residente a ______________________________________ in Via______________
___________________________________________________
e-mail _______________________________________ sotto
la mia responsabilità dichiaro di essere l’autrice/autore dell’opera dal
titolo________________________ ________________________________________________________________
dichiaro inoltre che:
l’opera indicata è inedita e non
coperta da alcun diritto d’autore.
Autorizzo l’Associazione Onde
donneinmovimento, organizzatrice del Concorso, alla diffusione dell’opera
indicata nella presente liberatoria senza che sia richiesto alcun compenso né
ulteriore consenso e non ritengo la stessa Associazione e/o l’editore colpevole
di un uso improprio dell’opera da parte di terzi.
Esprimo consenso all’utilizzo
dell’indirizzo e-mail al fine dell’invio di comunicazioni inerenti al Concorso.
Ho preso visione del regolamento del
Concorso e accetto quanto riportato nello stesso, ai sensi e per gli effetti
del decreto legislativo n. 196/03 e successive modificazioni e integrazioni.
Autorizzo espressamente
l’Associazione Onde donneinmovimento, al trattamento dei miei dati sia in forma
cartacea che elettronica, liberando sin da ora l’Associazione suddetta da
qualsiasi responsabilità.
Luogo e data Firma
onde.concorsoletterealetizia@gmail.com -
http://concorsoletterealetizia.blogspot.it
Se l’autrice/autore è minorenne la
dichiarazione liberatoria sarà come di
seguito riportato.
Dichiarazione liberatoria di
autrice/autore minorenne
per la partecipazione al
Concorso letterario “Lettere a
Letizia” edizione speciale2018
Io
sottoscritta/o_____________________________________________ residente a __________________________________________ in Via ______ ________________________________
e-mail (facoltativa) ____________________ in qualità di genitore o persona
esercitante la patria potestà sulla/sul minore___________________________________________ sotto la mia responsabilità dichiaro di
acconsentire alla partecipazione del
minore ___________________________________ nato a___________________ il _______________ al Concorso letterario
Lettere a Letizia terza edizione e che la stessa/lo stesso è l’autrice/autore
dell’opera dal titolo ________________________ ________________________________ dichiaro inoltre che:
l’opera indicata è inedita e non
coperta da alcun diritto d’autore.
Autorizzo l’Associazione Onde
donneinmovimento, organizzatrice del Concorso, alla diffusione dell’opera
indicata nella presente liberatoria senza che sia richiesto alcun compenso né
ulteriore consenso e non ritengo la stessa Associazione e/o l’editore colpevole
di un uso improprio dell’opera da parte di terzi.
Esprimo consenso all’utilizzo
dell’indirizzo e-mail al fine dell’invio di comunicazioni inerenti al Concorso.
Ho preso visione del regolamento del
Concorso e accetto quanto riportato nello stesso, ai sensi e per gli effetti
del decreto legislativo n. 196/03 e successive modificazioni e integrazioni.
Autorizzo espressamente
l’Associazione Onde donneinmovimento, al trattamento dei miei dati sia in forma
cartacea che elettronica, liberando sin da ora l’Associazione suddetta da
qualsiasi responsabilità.
Luogo e data
Firma
onde.concorsoletterealetizia@gmail.com -
http://concorsoletterealetizia.blogspot.it
Alle alunne e agli alunni delle Scuole
Secondarie di primo grado
Caltanissetta 28 settembre
2018
Care ragazze e cari ragazzi,
vi scrivo da molto lontano e
la mia lettera può iniziare coma iniziano le fiabe:
c’era una volta una bambina che si chiamava Letizia,
abitava in una casa di campagna che esiste ancora nella vostra città e che
potete ancora vedere anche se di recente è stata risistemata per le nuove
persone che vi abitano.
Letizia, era nata poco prima
che iniziasse una grande guerra che viene ancora ricordata come la prima guerra
mondiale; aveva tre fratelli più grandi ed essendo la piccolina di casa era
molto amata e coccolata; la sua mamma Sofia e il suo papà Luigi, si
preoccupavano molto per la sua salute, perciò invece di andare a scuola
studiava a casa con l’aiuto di una istitutrice. In quei tempi, per le famiglie
che avevano abbastanza soldi, ciò era
frequente soprattutto per le femminucce, mentre i maschi frequentavano
le scuole pubbliche.
Il tempo passava e Letizia
cresceva buona e quieta come tante altre bambine e ragazze della sua età. Ma la
sua famiglia non era proprio uguale uguale alle altre famiglie di quel tempo,
infatti gli uomini della famiglia Colajanni, era questo il cognome di Letizia,
facevano politica, cioè dedicavo gran parte della loro vita al bene degli
altri, facendo quanto era loro possibile per aiutare le persone soprattutto
quelle più bisognose di aiuto.
Letizia imparò da loro e molto
presto comprese che quella era anche la sua vocazione. Così diventò
crocerossina, cioè infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana, studiò per
questo e fu sempre disponibile quando il dovere e la necessità la chiamavano.
Prestò la sua preziosa opera nelle colonie estive, dove i bambini meno
fortunati potevano trascorrere un periodo di vacanza; poi, quando l’altra
guerra mondiale, la seconda, riempì gli ospedali di feriti di tutti i fronti,
lei fu pronta ad assistere tutti, donando il suo tempo e la sua competenza
senza mai risparmiarsi.
Il cuore di Letizia era così
grande che non curava solo le ferite del corpo, ma dava conforto anche
all’anima e al cuore di quegli uomini, leggeva loro le lettere che ricevevano e
scriveva per loro le lettere che volevano inviare ai loro cari e alle loro
care. Letizia ha scritto molte lettere, a volte i pensieri e le parole dei
soldati si ingarbugliavano, per la febbre, per il dolore, per l’emozione e
allora Letizia piano piano, dipanava quei pensieri, li illuminava con la sua
compassione e la sua sapienza e li rendeva forti e belli, ornati delle giuste
parole, semplici ma efficaci.
Finita la guerra Letizia
scelse di partecipare alla ricostruzione del Paese e della Democrazia
italiana, impegnandosi in politica e,
pur mantenendo la sua attività sociale, si candidò alle elezioni comunali
diventando consigliera comunale di Caltanissetta.
Da quel momento in poi la sua
vita sarà dedicata alla politica e proprio per questo fu espulsa dalla Chiesa
Cattolica; il dolore della scomunica l’accompagnerà per tutta la vita.
Ma la vita di Letizia è stata
anche ricca e felice per tutte le persone che ha conosciuto, che le hanno dato
il loro affetto e la loro stima, per i
bambini e le bambine, per le donne e gli uomini che ha aiutato con la sua bontà
e la sua sapienza.
Ora è tempo per me di uscire
dalla fiaba che vi ho raccontato per dirvi quanto sia importante conoscere e capire il mondo che vi circonda e
la vita che avete davanti anche attraverso gli occhi e le orecchie di chi è
vissuto prima di voi. Voi siete il futuro ma il futuro sarà più povero se non
porterete con voi anche la storia e la
memoria delle tante donne di questa Città che hanno lavorato, lottato e
sofferto per farne un posto migliore nel quale vivere ed essere felici.
Un filo deve unirci, un filo
leggero e forte, un filo di seta, un filo sul quale possano correre le idee, le
speranze, le domande e le risposte; la mia lettera e le vostre lettere
correranno su questo filo, saranno importanti per voi che le avrete scritte e
per le persone che le leggeranno, per oggi e per domani, saranno il filo di
seta che continua come la vita stessa.
Un grande affettuoso abbraccio.
Vostra
Letizia Colajanni
Alle
studentesse e agli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado
Caltanissetta 28 settembre 2018.
Cara ragazza e caro ragazzo,
mentre comincio a scrivervi penso: come si fa a fare
entrare in una lettera un’intera vita, una vita lunga 91 anni, iniziata in un
secolo e finita in un altro.
Come si fa a dire della
passione politica che ha guidato le mie scelte di vita; dello strazio per quel
giovane soldato morente che stringendomi la mano chiamava mamma …. mamma; della
compassione per le persone che non hanno nulla e si piegano silenziose e
disperate alla prepotenza e allo sfruttamento; dell’orgoglio di camminare
accanto a donne e uomini che nelle vie e nelle piazze fanno sentire la loro
voce gridando pane e lavoro, giustizia e libertà; del dolore di essere stata
cacciata dalla mia Chiesa; della
consapevolezza di non essere mai stata bella, della necessità di essere
discreta e riservata in un ambiente quasi tutto maschile, del divertimento per
lo stupore negli occhi delle persone che non mi conoscevano quando iniziavo a
parlare di cose importanti; dell’insofferenza per i lavori domestici,
dell’affetto per mia madre, mio padre e i miei fratelli, della tenerezza per i
miei nipoti, del piacere di stare con gli altri e dell’amore per la mia libertà
e per la mia solitudine.
Ma forse, mentre mi chiedo
come fare, vi ho già detto di me, nata donna in questa piccola Città, in un
tempo ormai lontano che voi avete conosciuto solo sui libri di storia, forse o
forse no, perché le donne la Storia la fanno ma non la scrivono.
Questa credo sia la cosa più
importante che debbo dirvi di me: che insieme a tante altre donne ho fatto la
storia di questa Città e che è giunto il tempo che questa storia sia conosciuta
e scritta in modo che chiunque voglia conoscerla e farla conoscere possa farlo.
C’è un’altra cosa importante
che debbo dirvi: che voi lo sappiate o no in voi ci sono le tracce di coloro
che vi hanno preceduti, sapere riconoscere questa eredità e coglierne il
significato può aiutarvi a capire ciò che vi accade, a rispondere alle domande
che vi ponete, a guidarvi nella tempesta dei vostri sentimenti, a comprendere
meglio voi e gli altri e le altre.
Non so se vi ho detto troppo o
troppo poco, vi ho detto quello che sentivo di dirvi e spero che voi
rispondiate a questa mia nello stesso modo, perché tutto quello che mi
scriverete avrà un grande valore per chi lo leggerà, sarà la pianta dei semi
che io e tante altre abbiamo piantato in questa città; una pianta che potrà
diventare un grande Albero della Vita per accogliere e proteggere tutte e
tutti.
Se volete saperne ancora di me
potete leggere la “Piccola biografia
autorizzata dall’affetto” che le mie amiche, sorelle, figlie, di Onde
donneinmovimento hanno scritto per me e che vi mando insieme a questa lettera.
Prendetevi cura di voi, degli
altri e delle altre, guardatevi intorno e prestate orecchio, siate consapevoli
del vostro valore e della vostra importanza, il mondo ha bisogno di voi.
Un grande affettuoso abbraccio.
Vostra
Letizia Colajanni
Biografia:
Letizia Colajanni
1914-2005
Letizia
Novella Colajanni nasce a Caltanissetta il 4 aprile del 1914 (i documenti
ufficiali dicono il 9 ma lei teneva moltissimo alla sua data "vera").
Unica femmina di quattro figli le fu dato il nome di una sorellina morta prima
che lei nascesse, Letizia appunto, con l'aggiunta di Novella. Il timore di
perdere anche lei indusse la famiglia a darle una educazione privata, così, pur
essendo colta, non aveva titoli di studi superiori.
La famiglia
Colajanni è una famiglia "importante": il nonno Pompeo è il fondatore
in Sicilia del sindacato obbligatorio contro gli infortuni nelle miniere, il
prozio Napoleone è tra i fondatori del Partito repubblicano italiano, il
fratello Pompeo è il leggendario comandante partigiano "Barbato",
dirigete del PCI, parlamentare e politico di primo piano, il cugino Napoleone è
un dirigente comunista, senatore ed economista. Letizia cresce in questo clima
straordinario, ne assimila la passione, ma trova una sua identità politica e
sociale legata alle azioni concrete, alla tutela dei più deboli,
all'emancipazione femminile.
Fa scelte convinte e determinate : infermiera volontaria della
Croce rossa, fondatrice dell'Unione donne italiane nel 1945, si iscrive al Partito comunista italiano nel
1953. Riveste cariche politiche e istituzionali,
è deputata all' Assemblea regionale siciliana dal 1960 al 1964.
Cattolica,
soffrirà per tutta la vita della scomunica inflittale perché
"comunista"; questa ferita non sarà sanata dalla revoca della
scomunica e il solco ormai scavato non si colmerà con l'ascesa al soglio
pontificio di Giovanni 23° e l'apertura avviata dal Concilio vaticano II.
Durate gli
anni '70 Letizia si confronta con il femminismo, pur essendo critica verso le
posizioni più "estreme" non rinuncia mai al dialogo. Per offrire un
luogo concreto alla comunicazione tra donne lavora all'istituzione delle
Consulte femminili e, pur tra mille difficoltà, la sua convinzione trova
conferma nei risultati ottenuti dal lavoro comune di donne portatrici di
istanze ideali e culturali diverse.
Il
trascorrere del tempo non la ferma, instancabile dirigente del Sindacato
pensionati della CGIL e dell'AUSER si ferma solo quando il gravame degli anni
la costringe a farlo. Non rinuncia mai alla sua autonomia, alla sua libertà,
alla sua indipendenza. A coloro che le suggeriscono di lasciare la sua casa in
campagna per trasferirsi in una situazione "protetta",
invariabilmente, con il garbo di sempre, risponde che ci sta pensando ma che
non è ancora il momento. Si spegne serenamente il 2 giugno, festa della
Repubblica, dell'anno 2005 nella sua casa,
circondata dalle sue amatissime "carte", cullata dai suoi
ricordi, splendido esempio di integrità, coerenza, sensibilità, intelligenza.
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